A sorpresa, purtroppo negativa, il Pil dell’Italia nel secondo trimestre 2023 è calato a -0,3% rispetto all’Eurozona con media +0,3%.
“Sui risultati - sottolineano dal MEF - hanno influito, in particolare, la flessione del ciclo internazionale dell’industria, il rialzo dei tassi di interesse e l’impatto della fase prolungata di rialzo dei prezzi sul potere d’acquisto delle famiglie; in Italia, come nel resto d’Europa, la fiammata inflazionistica è stata una delle conseguenze negative del conflitto in corso, che continua a rappresentare il principale fattore d’incertezza”.
Una notizia buona c’è comunque. Che, cioè, l’obiettivo di crescita è ancora pienamente alla portata, spiegano sempre dal Ministero, applicando politiche economiche di responsabilità prudente.
Certamente non ci voleva l’ennesimo aumento dello 0,25% dei tassi di interesse voluto dalla BCE.
Senz’altro positive sono le varie misure attuate finora dal Governo e anche l’appello a una responsabilità prudente.
Ma l’unica soluzione che veramente può rilanciare il Paese è quella di alleggerire di burocrazia e tasse il mondo dell’impresa, della libera professione, di chi produce ricchezza e dà lavoro.
Una scelta epocale, ma ormai diventata imprescindibile, per il bene dell’Italia e degli italiani.
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